Investi su te stesso e parti con una startup!
28
Jun 2017
Il concetto di startup è ampio e complesso da spiegare, ma sempre più giovani scelgono questa via imprenditoriale, per lanciare la propria idea di business.
Sono scelte coraggiose, alcuni vanno in porto altre no.
Ma è fondamentale investire nelle proprie idee, attuarle e crederci fino in fondo.
In quest’articolo non abbiamo la pretesa di spiegarvi come si avvia, ma almeno quella di instillare un punto interrogativo e farvi riflettere su come oggi, crearsi un lavoro in grado di dare soddisfazioni non è poi così complicato.
Partiamo con una definizione di Neil Blumenthal, cofounder and co-CEO of Warby Parker che afferma:
“A startup is a company working to solve a problem where the solution is not obvious and success is not guaranteed.”
“La startup è una società che opera per risolvere un problema la cui soluzione non è evidente e il successo non è garantito.”
Per startup si intende una nuova impresa, studiata per essere innovativa e per crescere in modo esponenziale, secondo un business model scalabile e ripetibile.
Steve Blank, noto imprenditore della Silicon Valley e autore del bestseller in tema “The Startup Owner’s Manual” ha personalmente ideato la definizione di startup scalabile e ripetibile.
Per “scalabile” infatti si intende un business che può aumentare le sue dimensioni e quindi potenziare i clienti e il suo volume, senza un impiego di risorse proporzionali.
Per “replicabile” si intende un modello che può essere ripetuto in diversi luoghi e in diversi periodi senza essere rivoluzionato e apportando poche e semplici modifiche.
Ma esistono diversi modelli di business per le startup.
Scopriamole insieme:
E-commerce: dove esiste anche la variante m-commerce per smatphone e tablet;
Ad esempio: Amazon, Zalando e altri.
Freemium: lo dice la parola stessa, consiste nell’offrire un prodotto o un servizio in versione gratuita ai clienti e una premium a clienti avanzati, oppure ad aziende.
Alcuni esempi sono: Flickr, Skype, Spotify e Google per i servizi B2B.
Vendita di pubblicità: se si intende avvalersi di questo modello per essere redditizio, si deve poter contare su migliaia di click.
Marketplace: Ovvero mettere sul mercato prodotti e servizi appartenenti a terzi, trattenendo però una commissione, variabile in base alla policy del sito. Così le piccole imprese, approfittano delle dimensioni e delle risorse per ricavare un vantaggio reciproco, in termini di innovazione e creatività per i primi e capacità e accesso ad un’utenza più amplia.
Es. Zalando, eBay, Amazon, Yoox, Asos e tanti altri.
Ma facciamo un piccolo passo indietro.
Con il termine startup si intende soprattutto la fase iniziale di vita di un’impresa, in cui l’imprenditore comincia a tracciare i processi organizzativi e i relativi investimenti.
In questo frangente, il prodotto o il servizio viene sviluppato, in alcuni casi brevettato e viene ampliata la strategia di marketing.
Tenendo conto del modello “californiano”, una startup può “scalare” solo se riesce a ottenere da subito, per conto di terzi, capitali ingenti.
Per capitali si intendono business angel e fondi di venture capital, che accettano di prendere parte al progetto solo ed esclusivamente in cambio di quote.
Trattandosi di investitori che necessitano la totale remunerazione del capitale investito, l’obiettivo primario per le startup diventa la exit, ovvero la cessione della startup a un’azienda più grande, oppure una sua possibile quotazione in borsa.
Fare startup equivale ad innovare e mettersi in gioco inventandosi un lavoro e mettendosi in proprio.
Il tasso di disoccupazione è alto e investire su se stessi è un ottimo primo passo verso il successo.
La startup non è altro che una società di capitali.
La prima cosa da fare è verificare i requisiti e sono:
• La sede principale dei propri affari e interessi deve essere in Italia;
• Dal secondo anno di attività, il totale del valore della produzione annua, non deve superare i 5 milioni di euro;
• Non deve distribuire o aver distribuito utili;
• Deve avere come obiettivo fondante lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico;
• Deve favorire l’occupazione in particolare giovanile, per attrarre in Italia talenti e alimentare la creazione di un contesto maggiormente favorevole all’innovazione;
• Non deve essere stata costituita da una fusione, una scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda.
In favore della startup innovativa è prevista una ampia gamma di agevolazioni, che includono: alleggerimenti burocratici e fiscali, gestione societaria, piani di incentivazione e crowd funding.
Successivamente alla verifica dei requisiti si deve:
• Costituire una società di capitali;
• Dichiarare l’inizio dell’attività;
• Richiedere l’iscrizione alla sezione speciale delle startup innovative del Registro delle imprese.
Per costituire la società si hanno due opzioni:
• Tramite l’intervento di un notaio;
• O mediante la compilazione di un atto costitutivo tipizzato.
Per ulteriori informazioni consultare il sito:
http://startup.registroimprese.it/startup/
Gli errori sono sempre dietro l’angolo, ma è bene imparare da questi per migliorare e ottenere sempre ottimi risultati dalla propria impresa.
Su Product Hunt qualche tempo fa, è stata pubblicata una raccolta di suggerimenti da noti startupper.
Qui ne riportiamo alcuni.
1) Mika Baldwin fondatore di 6 aziende e mentor di Techstars e 500 Startups consiglia:
Di parlare a più persone possibili della propria idea e di non andare in cerca di feedback, ma in cerca di reazioni.
2) Ryan Holmes fondatore e CEO di Hootsuite consiglia di:
• Chiedere solo la cifra di cui si ha veramente bisogno.
• Instaurare una relazione, senza cercare un investimento al primo appuntamento.
• Stilare una lista di obiettivi per poi restringerla.
3) Peter Shankman, autore di successo e public speaker consiglia:
Di creare valore semplicemente interrogando la propria audience e chiedendo loro come poter migliorare, restando sintetico, trasparente e sopra la media.
4) Shane Snow CCO di Contently consiglia:
Di possedere un ottimo approccio per avviare l'attività e renderla così 10 volte migliore.
5) David Heinemeier creatore di Ruby on Rails e CTO di Basecamp consiglia:
Di fare poche cose, ma fatte bene. Di mettersi sempre dal lato del consumatore per capire a pieno le sue esigenze e per relazionarsi al meglio.
Quelle che analizzerò qui, sono startup ancorate all’ambito del marketing e dei social media, ma è ovvio che ne esistono molte di più e sui prodotti e servizi più disparati.
LEEVIA:
Nasce nel 2013 ad opera di giovani fondatori italiani, Francesco Mancino, Diego Durante, Piero Borgo, oggi ha due sedi, a Trento e Milano.
E’ una piattaforma online specializzata nella vendita di prodotti utili per la promozione di eventi, di iniziative sociali, di contest fotografici e di campagne di social media marketing, sfruttando la potenza dell’immagine e degli hashtag.
La suite di prodotti per il digital marketing, ha ricevuto un investimento di 200 mila euro destinati alla crescita del business in Italia. L’aumento di capitale ha previsto l’ingresso in Società di un gruppo di Business Angel, ed è stato ottenuto grazie al supporto di BACKtoWORK24, società del Gruppo 24 Ore.
MAPENDO:
La società bolognese fondata da Lorenzo Viscanti e Marco Marchini, analizza l’attività degli utenti sugli smartphone e con le informazioni ricavate ottimizza la pubblicità delle società clienti su questi dispositivi.
Questa giovane startup, specializzata nella gestione di campagne di acquisizione utenti per applicazioni mobile su IOS e Android, ha raccolto 745mila euro e ha chiuso un round a cui hanno partecipato il network di business angel IAG, con 520mila euro investiti da 42 soci e il fondo Barcamper Ventures, varato di recente da Primomiglio Sgr di Gianluca Dettori, che ha investito 200mila euro. Insieme al Deal, i soci di Mapendo hanno deciso di reinvestire gli utili distribuiti, partendo dal valore complessivo degli investimenti a oltre 1,1 milioni di euro.
NEARIT:
Startup tecnologica nata nel 2016, con sede a Bergamo presso il Kilometro Rosso.
NearIT guarda oltre gli strumenti tradizionali di marketing e presenta soluzioni di “proximity” per ogni tipo di realtà: dai centri commerciali ai musei, fino ai grandi eventi.
NearIT permette di creare campagne di engagement in snap. L’interfaccia Web di NearIT permette a negozi, musei, centri commerciali, fiere ed eventi di interagire con i propri clienti. NearIT offre la possibilità di mandare messaggi personalizzati, inviare notifiche push o pass, creare raccolte punti, coinvolgere il pubblico e analizzare l’andamento delle campagne di marketing.
Con un finanziamento di 1,5 milioni di euro raccolto nell’ultimo anno e una forza lavoro passata da 2 a 15 dipendenti, NearIT è oggi tra le realtà più interessanti integrate nell’ecosistema Kilometro Rosso di Bergamo e già forte di una valutazione post-money di 10 milioni di euro.
Uno startupper italiano che… non si è ancora capito bene se ce l’ha fatto o meno è
Matteo Achilli, fondatore di Egomnia.
Egomnia risulta un professional network, simil LinkedIn per cercare lavoro, ma esiste un ma. A tutt’oggi produce utili molto bassi.
La BBC ha perfino dedicato un servizio ad Achilli, definendolo il nuovo fenomeno italiano e paragonandolo a Zuckerberg.
Ma tutto ciò è molto lontano dalla realtà. Matteo Achilli non è divenuto il nuovo Zuckerberg e la sua startup non sembra avere la carte in tavola per divenirlo in futuro. Eppure il regista Alessandro D’Alatri ha voluto dedicare un film al fenomeno mediatico del 2014, romanzando forse un pò troppo i fatti.
Egomnia, non risulta inattivo, ma nel 2015 ha riportato un fatturato di poco oltre i 300mila euro, con un costo del personale di meno di 12.000 (infatti risultano essere solo 3, i dipendenti a tempo indeterminato che lavorano ad Egomnia), debiti per 120.000 euro circa e un utile netto di 5.500 euro. Quindi tutto sembra forchè un successo. Eppure tutto ciò ha scatenato un fenomeno mediatico.
Concludo questa intensa panoramica sulle Startup, riportando un utile consiglio di Justin Weniger CEO di Life is Beautiful Festival che recita così:
“Fa quello che ami.
Se la mattina, quando suona la sveglia, premi il pulsante “rimanda” significa che qualcosa non va. So che può sembrare un cliché, ma essendo stato da entrambi i lati della barricata posso dire che le cose funzionano solo se sono fatte con passione!”
Ed è infatti la passione, la volontà e la forte motivazione a muovere tutto e a farci credere e ad investire nelle nostre idee.
E tu cosa aspetti a investire su te stesso?